Da questa esigenza principale è nato il confronto con la nostra Agenzia che ha messo al servizio di Romanews24.net il proprio Network di siti internet ed App dedicato ai tifosi di calcio.
Un circuito in continua crescita con un’audience di oltre 40 Milioni di Utenti Mese.
La strategia attivata, in una prima fase, ha riguardato partnership mirate con altri editori di settore. Attraverso le quali RomaNews24.net distribuirà periodicamente una serie di contenuti nella forma di articoli, sempre aggiornati e di qualità.
Attivazione a livello di Link Building molto importante anche per accrescere il suo posizionamento organico sui principali motori di ricerca.
Come entry level queste partnership hanno richiesto l’attivazione di campagne display che ovviamente la nostra agenzia ha attivato in modalità “reservation based”.
Cosa sono le Campagne Display?
Le campagne display permettono all’inserzionista che desidera promuovere il suo brand, prodotto o servizio che sia, di mostrare i suoi annunci pubblicitari su una vasta rete di siti internet, sfruttando gli spazi pubblicitari in essi a disposizione.
La creatività per lo scopo è contenuta in banner che possono avere diversi formati e consiste in un insieme di immagini, video e testi studiati allo scopo di attrarre irresistibilmente l’attenzione di chi naviga.
Il display advertising è generalmente utilizzato per costruire o aumentare la brand awareness e far conoscere il marchio ad un’audience più ampia.
Attraverso contenuti ben studiati è possibile infatti generare interesse e potenziali contatti, o agganciare nuovamente la curiosità degli utenti che avevano già gravitato attorno ad un determinato sito web.
I banner sono erogati da un ad server in determinate pagine web per catturare l’attenzione dei navigatori e spingerli ad un’interazione con l’annuncio stesso. Questo permette di collegare gli utenti direttamente a un sito web o a un servizio.
L’ad server consente all’investitore di definire i principali criteri di pianificazione delle proprie campagne (targeting, impression, posizionamento degli annunci, frequenza d’esposizione, ecc.) e monitorarne l’andamento in tempo reale.
In linea di massima, il Display Advertising segue logiche di pianificazione e acquisto simili a quelle adottate per le campagne pubblicitarie sui mezzi tradizionali. Per determinare il valore di uno spazio pubblicitario si prendono in considerazione parametri quali l’audience potenzialmente raggiungibile, la posizione all’interno del sito, il tempo di permanenza dell’annuncio online, le dimensioni e il il formato.
Modalità di acquisto e di misurazione del Display Advertising
I tipici modelli di acquisto e di misurazione nel Display Advertising variano a seconda dello scopo della campagna e sono:
CPM, cost per mille, il sistema storico di acquisto per migliaia di impression. Si ottiene dividendo il costo della campagna pubblicitaria per il numero totale di impression servite dall’ad server per la campagna e, quindi, moltiplicando il risultato per mille.
CPC, cost per click o pay per click, costo sostenuto dall’inserzionista per ogni click generato da un’inserzione.
CPA, cost per acquisition o per action, in cui l'investitore paga per le acquisizioni o le conversioni fatte passando dal banner.
CPL, cost per lead, in cui l'inserzionista paga per aver ottenuto un lead piuttosto che un contratto sottoscritto.
A tempo, in cui l'advertiser prende una posizione su un sito per uno o più giorni.
GRP, Gross Rating Point, che misura la quantità di comunicazione prodotta da una campagna rispetto a un determinato target group in un determinato periodo di tempo.
I tipici modelli di acquisto e di misurazione nel Display Advertising variano a seconda dello scopo della campagna e sono:
CPM, cost per mille, il sistema storico di acquisto per migliaia di impression. Si ottiene dividendo il costo della campagna pubblicitaria per il numero totale di impression servite dall’ad server per la campagna e, quindi, moltiplicando il risultato per mille.
CPC, cost per click o pay per click, costo sostenuto dall’inserzionista per ogni click generato da un’inserzione.
CPA, cost per acquisition o per action, in cui l'investitore paga per le acquisizioni o le conversioni fatte passando dal banner.
CPL, cost per lead, in cui l'inserzionista paga per aver ottenuto un lead piuttosto che un contratto sottoscritto.
A tempo, in cui l'advertiser prende una posizione su un sito per uno o più giorni.
GRP, Gross Rating Point, che misura la quantità di comunicazione prodotta da una campagna rispetto a un determinato target group in un determinato periodo di tempo.
Le metriche di valutazione di una campagna display sono:
Impressions: il valore teorico della reach del messaggio veicolato dall'annuncio
View ability: serve per misurare se un'impression è ritenuta visualizzabile o meno, come definito
da organismi come IAB e MRC. Attualmente perchè un annuncio sia considerato visualizzabile,
deve avere almeno il 50% dei suoi pixel in vista per 1 secondo o 2 secondi per i video.
Banner visti: i banner che l'utente vede.
Click: valore che dimostra la lettura del banner (esclusi i click inconsapevoli o i fenomeni di frode).
Bounce rate: il tasso di rimbalzo sulla pagina di atterraggio.
Conversion post impression: le conversioni realizzate dai navigatori che hanno ricevuto
un'impression senza aver cliccato in un tempo precedente alla conversione.
Assist: analizza il peso del display nel processo di acquisto.
Conversion post click: lead o acquisto generato successivamente al click del banner.
Sperando che questo articolo possa essere d’aiuto a chiunque vi si sia imbattuto, che siate appassionati di digital marketing o clienti curiosi di sfruttare le nuove potenzialità delle collaborazioni digitali, vi ricordiamo che noi della 7 Sport Agency siamo disposizione per ulteriori informazioni, consulenze e confronti.
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